La presenza di due esponenti pugliesi, in seno al Governo nazionale appena varato, dovrebbe concorrere ad assicurare diversa attenzione e maggiori aperture dell’intero Esecutivo verso l’area territoriale di Brindisi, molte delle cui eccellenze e/o opportunità produttive (Aerospazio, Energia, Chimica, Farmaceutica, Porto e retro porto, Zes, Cis, Turismo, Servizi, Agroindustria, Economia del mare, Ricerca …) continuano ad essere al servizio del Paese e ne accrescono il Pil.
Al contempo, tale presenza dovrebbe spronare ad una più efficace unità d’intenti tra Istituzioni regionali, locali e, di conseguenza, ad una capacità contrattuale al territorio – assai più rispetto al recente passato – da ottenere facilitando il dialogo, la partecipazione sociale, la legalità e la messa al bando di veti e contro veti che ne minano l’attrattività.
La vasta gamma di vertenze sindacali in atto ha, qui, come denominatore comune la sofferenza sociale, coinvolgendo lavoratrici e lavoratori che vedono a rischio la propria attuale occupazione o per i quali stanno per esaurirsi i benefici degli ammortizzatori sociali; e poi tale sofferenza ricade sui cittadini, su quanti sono occupati in “nero” o in “grigio”, sui nuovi poveri, sui pensionati, sugli anziani e le rispettive famiglie alle prese con una sanità pubblica e servizi socio sanitari pubblici inappropriati rispetto alle legittime attese e, non per ultimo, con l’aumento smisurato del costo delle bollette energetiche che continuano ad erodere i risparmi degli italiani.
Senza tacere, ovviamente, sui giovani che continuano a nutrire timori sul futuro, per cui in molti scappano via; ed anche per questo le risorse del Pnrr, che non hanno tempi indefiniti, avrebbero bisogno di maggior velocità nelle decisioni (entro fine anno vanno chiusi 55 obiettivi, per riscuotere dall’Europa l’altra rata da 21 MD), così come di progettazioni e di cantierizzazioni, avendo particolare riguardo per i temi della cultura, della formazione, della qualificazione o riqualificazione professionale che renda le nuove generazioni capaci di misurarsi con la serie di transizioni epocali che interpella tutti e ciascuno e con le quali la nostra società non potrà non misurarsi.
Le incertezze sul processo di de-carbonizzazione produttiva della Centrale Enel Federico II sono di per sé una ulteriore insidia circa l’insorgenza di una possibile bomba sociale, che potrebbe riverberarsi non solo su Brindisi laddove, oltretutto, non aiutano a dissipare le nebbie che ancora avvolgono il Piano industriale dell’Enel e le difficoltà burocratiche che non agevolano nuovi impianti, pur richiesti, di energia rinnovabile, come nel caso di Act Blade, l’azienda che intende produrre pale eoliche con tecnologia innovativa.
Non va sottovalutato che gli investitori in energie rinnovabili stanno assicurando le non poche risorse economiche, come dimostra l’ulteriore opportunità offerta dall’investimento previsto della Falck Renewables in partnership con BlueFloat Energy, per 80 torri di eolico off shore galleggianti.
Il territorio, insomma, ha fame di investimenti ma è del tutto chiaro che altrove sarebbero pronti ad accogliere quanto qui viene impedito ed è anche per questo che risulta necessario fare squadra, anche per rendere Brindisi hub energetico strategico per il Paese.
Dichiarazione di Gianfranco Solazzo – Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi
23 ottobre 2022