Brindisi merita uno sviluppo condiviso e corresponsabile

Sarà un anno di svolta, il 2023, per l’Italia che dovrà passare dalla programmazione alla cantierizzazione dei progetti finanziati dal Pnrr, considerato che tale piano costituisce straordinaria opportunità, specie al Sud, perché vengano recuperati i gap infrastrutturali rispetto al Nord, materiali e immateriali, che vedono tutti i nostri territori in coda alla 30^ indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita.

In particolare, le maggiori città del Sud si collocano tra l’81^ e la 107^ posizione, con Brindisi alla 92^ – una in meno rispetto al 2021 – tranne che per la qualità ricettiva delle strutture alberghiere dove essa conquista il 3° posto.

Questi dati meriterebbero un’analisi approfondita dei singoli indicatori, in quanto determinanti per una programmazione dello sviluppo coordinata tra partiti, istituzioni, mondo della scuola e dell’università, associazioni di categoria, sindacati, terzo settore; e chiunque altro intenda offrire il proprio contributo in un momento epocale inedito, in cui non esistono ricette preconfezionate.

Brindisi è contenitore di opportunità ed eccellenze economiche, produttive e geografiche e, soprattutto, di bellezza del suo paesaggio storico, archeologico, culturale, ambientale, agroalimentare; al pari del suo mare e dell’economia che esso può esprimere, dal porto, al retro porto, alla Zes.

Esattamente per questo occorrerà spingere su tutte le sue vocazioni territoriali senza trascurarne alcuna.

Energia, chimica, farmaceutica, aerostrutture, navalmeccanica diportistica,  agroalimentare, turismo, servizi alle imprese e alle persone, sono realtà eccezionali sulle quali puntare per confermarle e valorizzarle, in quanto potenzialmente generative di ulteriori opportunità di sviluppo e di occupazione aggiuntiva.

Qui c’è, oltretutto, una emergenza demografica da arginare, più che nel resto del Paese, giacché alla stessa si somma l’emigrazione giovanile per studio, lavoro e per una insufficiente offerta di servizi che rappresentano un limite, soprattutto per sostenere l’occupazione delle donne, sempre più spesso costrette a dover scegliere tra maternità, cura della famiglia e lavoro.

Va ricordato che le priorità trasversali del Pnrr riguardano proprio i giovani, la parità di genere e la riduzione del divario di cittadinanza, ovvero il rafforzamento dei servizi sociali, imprescindibile quest’ultimo per la qualità della vita anche delle persone non autosufficienti e degli anziani.

Ma è al lavoro che va data precedenza a Brindisi, territorio oggetto di processi di trasformazione produttiva che vede, in particolare, il settore dell’energia al centro di una transizione epocale inedita, tanto che lo stesso Pnrr dedica con la Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) risorse per circa 60 mld.

Una missione questa, che include quella più determinante, ovvero la transizione energetica, che dopo circa un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, risulta ancor più urgente, per lo stress cui è stato sottoposto il nostro sistema produttivo nazionale con aggravi per la bolletta energetica di famiglie e imprese.

Peraltro, se l’attuale crisi ha evidenziato l’assenza di una strategia energetica nazionale e la conseguente dipendenza dall’estero, questo è il momento di reagire mettendo a punto programmi e investimenti con una visione di medio/lungo periodo.

Ebbene, facendo memoria del black out che colpì l’Italia il 28 settembre 2003 e del contributo essenziale fornito dalla Centrale Federico II per restituire luce al Paese, Brindisi potrà ancora giocare ruolo importante nell’attuale transizione, come hub energetico importante per il Mezzogiorno e per tutta l’area Mediterranea.

Essenziale, tutto ciò, per traghettare la stessa transizione verso la neutralità climatica fissata entro il 2050 ma a condizione di investire nelle energie verdi e di dotarsi delle infrastrutture necessarie affinché lo sviluppo del territorio non sia concepito come qualcosa di futuristico.

Per questo, come Cisl, abbiamo sempre considerato gli investimenti in fonti tradizionali, come il Gas naturale liquefatto (GNL) da non demonizzare bensì da agevolare, in quanto funzionali alla transizione e mai dimenticando quanto più si sarebbe patito l’assecondare le opposizioni strumentali contro il gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline).

C’è chi oggi demonizza anche i ri/gassificatori off shore nonostante trattasi di infrastrutture mobili, essenziali per fronteggiare la durevole crisi energetica.

La Germania, Paese nostro competitore, ha attivato l’11° ri/gassificatore galleggiante per sostituire celermente il gas russo ed evitare ulteriori razionamenti di energia.

Certo, eolico, fotovoltaico, idrogeno, le rispettive filiere produttive restano gli investimenti da incentivare nella evocata visione di futuro produttivo di Brindisi e dei suoi sistemi produttivi; ma anche per questo auspichiamo che la discussione aperta in merito ai vincoli paesaggistici non si trasformi in un nuovo scontro di posizioni tale da determinare nuovi stop ai progetti ed agli investimenti in fonti rinnovabili e soprattutto che questo non diventi un deterrente per le imprese che intendono investire in questo territorio.

Fare squadra, come da sempre anche la Cisl auspica, significa puntare tutti al bene comune, declinando la sostenibilità ambientale delle produzioni con il buon lavoro, lo sviluppo socio-economico e il progresso civile e sociale delle nostre comunità che, al momento, sono gravate da un’ unica emergenza socio-ambientale.

Questi sono stati i principi per cui abbiamo contribuito con nostre idee e proposte alla elaborazione di una piattaforma territoriale che sottoscrivemmo con Cgil, Uil e Confindustria Brindisi, a maggio 2021, in funzione del Pnrr e di uno sviluppo connesso alle molteplici opportunità che questo territorio esprime.

La stessa piattaforma fu siglata dinnanzi al Prefetto Bellantoni e restava aperta all’adesione di tutte le altre associazioni di categoria, agli Enti strumentali  ed alle amministrazioni comunali della provincia.

Gli stessi contenuti, in qualità di soggetti firmatari, li abbiamo rivisti e rilanciati con opportune modifiche o integrazioni lo scorso novembre, atteso che tra pandemia e conflitto in Ucraina con relative ricadute economiche e sociali sul nostro Paese, meritavano, certamente, una rivisitazione.

Ora è tempo che tutti facciano la propria parte in maniera propositiva e costruttiva, perché è questo il tempo per investire nel futuro di Brindisi, una delle più belle e speciali del Mezzogiorno d’Italia.

di Gianfranco Solazzo – Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi

 Brindisi, 8 gennaio 2023

 

 

 

image_pdfScarica PDFimage_printStampa