Sfruttamento lavorativo: cambiare si può!

Sarebbe fuorviante motivare le irregolarità di molte aziende edili ed agricole brindisine, comprovate da recenti ispezioni dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del lavoro, come un risvolto della crisi economica del Paese e del Mezzogiorno in particolare. E’ di tutta evidenza che a fronte di un sistema del mercato del lavoro ancora incapace di far incontrare domanda e offerta, in particolare nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura, così come in altri gestiti in appalto spesso al massimo ribasso – pubblico compreso – vengono a crearsi condizioni funzionali a dinamiche non più sostenibili socialmente; in realtà, concedono opportunità di lavoro nero ma con in più lo sfruttamento che ne consegue, persino della dignità delle persone e in dispregio di leggi e contratti sia per quanto concerne la parte normativa che quella retributiva.

E’ così che, oltre alla concorrenza sleale tra Imprese, con illeciti vantaggi di alcune a danno di altre, si abbassano il costo del lavoro e di conseguenza i salari, nonché le condizioni di salute e sicurezza, con ulteriori pericolose ed inaccettabili ricadute sociali che si ripercuotono sulla collettività  in termini di evasione od elusione fiscale e contributiva. Dunque, non riescono ancora a sortire gli effetti sperati gli appelli innumerevoli per un cambio di passo, innanzitutto di natura culturale, da parte di molte Aziende, visto anche l’esito delle ultime ispezioni. Ed è un fatto che in Edilizia, in Agricoltura, nel sistema Terziario, in quello dei servizi alla persona, così come in altri, c’è chi ricorre ai caporali ed eroghi le retribuzioni di piazza anziché quelle stabilite dai contratti provinciali e nazionali.

Gli accessi ispettivi degli ultimi giorni, nel territorio brindisino si collocano nella scia di altre analoghe azioni meritorie condotte dalle Forze dell’Ordine e degli Istituti adibiti al controllo del territorio cui va il nostro plauso; come quelle di metà dello scorso anno, ancora nel territorio brindisino, contro il caporalato in Agricoltura e non solo. Un fenomeno, quello del caporalato, da estirpare alle radici con il concorso attivo di tutti e specie di quanti dichiarano di avere a cuore la legalità e la dignità di migliaia di lavoratrici e lavoratori, italiani e non solo. Come Cisl, insieme con le nostre Federazioni, rivendichiamo da tempo non solo azioni repressive ma anche di prevenzione, momenti diffusi di informazione e di formazione per lavoratrici e lavoratori, coinvolgendo le Istituzioni, gli Enti strumentali del territorio e gli Enti Bilaterali, al fine di utilizzare il contributo concreto che tali Enti ed Istituzioni possono fornire.

La Prefettura, quale massimo organo Istituzionale sul territorio, si è mostrata particolarmente sensibile nel recente passato verso queste criticità spendendosi meritoriamente per consentire l’incontro tra sindacato e organizzazioni professionali, per puntare ad un lavoro di qualità e regolarmente contrattualizzato e perché le Imprese agricole in particolare si coinvolgessero in una rete specifica per competere nel mercato ma investendo, appunto, su qualità e innovazione. Oggi, auspichiamo la ripresa del dialogo sociale, confidando nella sensibilità comprovata del Prefetto Dott. Valerio Valenti, così che sia ricomposto al più presto il tavolo del confronto con tutti i soggetti della concertazione territoriale, dove poter combinare misure più stringenti, sempre su queste problematiche.

Lavoratrici e lavoratori coinvolti meritano che venga loro riconosciuta piena dignità, con il rispetto appunto di leggi e contratti, in quanto con le loro professionalità implementano ricchezza e si caratterizzano come valore aggiunto dei rispettivi settori produttivi vocazionali del territorio e delle Imprese.

Riteniamo non più rinviabile, perciò, l’attivazione di una rete tra Enti e Istituzioni, Associazioni di categoria e organizzazioni sindacali e pensiamo che sia questo il momento per sottoscrivere un Patto territoriale su lavoro, salute, ambiente e sicurezza, in cui siano anche contenuti specifici protocolli di legalità, al fine di prevenire e scongiurare infiltrazioni criminali nei richiamati settori produttivi, nonché di garantire buona occupazione e sicurezza interna ed esterna ai luoghi di lavoro.

di Antonio CastellucciSegretario generale

 

Brindisi, 19 febbraio 2018

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