Vere e proprie tragedie continuano a consumarsi pressoché quotidianamente nel nostro Paese, anche in questo 2019, a seguito di  infortuni mortali o fortemente invalidanti sul lavoro nei vari settori produttivi, che lasciano ogni volta atterriti e segnano  i destini di tante persone.

Ed è un vero e proprio bollettino di guerra quello che si evidenzia, nel corso dell’ultimo decennio, con circa 17 mila persone e rispettive famiglie coinvolte, comprese tante donne che svolgono attività di casalinghe, impegno lavorativo quest’ultimo spesso sottovalutato sui versanti dei diritti, della prevenzione, della formazione e dell’informazione.

La recente 69^ giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, celebrata lo scorso 13 ottobre, è stata “occasione per riflettere sui dati tuttora così preoccupanti, delle morti e degli infortuni dei lavoratori e per far crescere la cultura e l’impegno della sicurezza nei luoghi di lavoro” come saggiamente ribadito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a fronte di dati statistici che si rivelano incontrovertibili, cui va aggiunta la conta dei casi non censiti.

Da gennaio ad agosto di quest’anno, rileva l’Inail, si sono registrati in Italia 685 infortuni mortali, di cui 493 durante il lavoro e 192 in itinere (-3,9% rispetto al 2018), di cui sono state vittime 58 donne e 627 uomini; 58 avevano fino a 34 anni, 443 dai 35 ai 59 anni, 119 dai 60 anni in su; 559 erano italiani e 126 stranieri.

E già dallo scorso mese di settembre gli infortuni mortali sono tornati a crescere, rispetto alla media del 2018,.

Nel territorio di Taranto, nello stesso periodo dell’anno, si sono registrati ben 6 infortuni mortali, in quello di Brindisi ben 4, rispetto ai  44 verificati in Puglia.

Ebbene, la salute e la sicurezza sul posto di lavoro costituiscono ambito privilegiato di pertinenza istituzionale “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” (Art. 32) perciò questo tema deve essere oggetto di costante impegno di tutti, per la piena tutela della salute, dell’integrità e della dignità della persona in ogni ambiente di lavoro.

In tal senso e nel rispetto di quanto stabilito dagli artt. 1 e 4 della Costituzione, promuovere la salute e la sicurezza nell’ambiente di lavoro significa attivare misure adeguate e azioni positive, che assicurino al cittadino la possibilità di esercitare compiutamente il proprio diritto al lavoro.

Un recente fatto nuovo è stata la convocazione di un Tavolo di confronto con le parti sociali ed altre organizzazioni su prevenzione e criticità, da parte dei ministri del Lavoro e della Salute che dovranno tradurre nelle prossime settimane, in un Piano strategico condiviso,  interventi rapidi e incisivi.

Siamo di fronte ad un’emergenza per cui occorre dare, a nostro avviso, piena efficacia alla L.n. 81, che dopo 10 anni dalla sua approvazione manca della sua piena operatività.

Non per ultimo è necessario attivare un piano di assunzioni, sia negli Ispettorati del lavoro sia nelle Asl, nonché un maggiore coordinamento tra i diversi soggetti quali Inps, Inail e gli stessi Ispettorati, facendo dialogare più efficacemente le rispettive banche dati e, sostanzialmente, stabilendo un più efficiente modus operandi da parte delle Istituzioni centrali e periferiche.

Un modus operandi innovativo è richiesto anche ai canali dell’informazione pubblica e privata ed alle Agenzie educative come sono gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, in tal caso con percorsi di istruzione e di formazione professionale interdisciplinari alle diverse materie scolastiche, con ciò favorendo la conoscenza delle tematiche della salute e della sicurezza nel rispetto delle autonomie didattiche, come anche previsto dall’articolo 11 lettera c del decreto 81/2008.

Non si sottovaluti che, al netto dei drammi personali e familiari, conseguenti ad un infortunio sul lavoro, anche non mortale, le ricadute sociali ed economiche hanno un peso immane, con riverberi sui sistemi sanitario, previdenziale, amministrativo, giudiziario; perciò è sempre più necessaria una formazione non solo teorica ma concreta, fondata sulla reale comprensione dei rischi e finalizzata alla promozione di comportamenti responsabili, tanto da parte delle lavoratrici e dei lavoratori, quanto delle imprese.

Non solo le imprese private, evidentemente ma anche quelle pubbliche tra le quali annoveriamo a pieno titolo gli Enti Locali ed altri Enti di servizio, diretti responsabili della manutenzione delle strade, della corretta posa in opera dei manti stradali, della chiara collocazione della segnaletica, spesso obsoleta e/o mancante, dal momento che gli infortuni in itinere costituiscono quota consistente di quella che tutti ormai indicano come emergenza nazionale.

La Cisl continua ad essere particolarmente impegnata nell’implementare capillarmente e con continuità  la formazione e l’informazione del proprio Gruppo dirigente, in forma diretta o attraverso le proprie Federazioni di categoria, anche finalizzandola a delegati, attivisti, rappresentanti sindacali unitari, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza nei luoghi di lavoro ed ai semplici associati nelle proprie sedi comunali che presidiano il territorio.

Sul tema salute e della sicurezza sul lavoro non bisogna mai abbassare la guardia;  occorre necessariamente essere vigili e attenti per tutti i 365 giorni dell’anno!

 

                                                                                  Antonio Castellucci

17 ottobre 2019

 

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