La nostra Carta costituzionale merita di essere onorata, nel 75° di vigenza, ricordando la grande visione di Madri e Padri costituenti che offrirono al Paese un patrimonio di diritti civili e sociali ben declinati in 139 articoli, a cominciare dalla dignità da riconoscere alla persona, senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali.
E proseguendo con il lavoro – il termine più evocato nella Carta – sancito nell’Art.1, quale pilastro fondamentale su cui si fonda la nostra Repubblica democratica.
E’ giunto il tempo ed è questo, di perfezionare l’impianto costituzionale, dando corpo anche all’Art. 46 dove si afferma che:“Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”.
Infatti, se Donne e Uomini costituenti tanto diversi tra loro per idee, appartenenze, culture politiche, considerarono quell’articolo come percorso più che opportuno per il miglioramento economico e sociale dei lavoratori e dei lavoratrici, quale miglior momento dell’attuale, di grandi transizioni, per darne applicazione?
E’ indubbio che la transizione digitale, quella tecnologica, l’ecologica, la climatica, l’energetica, l’economica, la demografica e quella sociale – non trascurando quella geopolitica – sono già sfide epocali per la stabilità del contesto in cui viviamo, in particolar modo per il mondo del lavoro.
Ecco perché vanno abbandonati gli antagonismi ideologici e ripensati nuovi equilibri tra capitale e lavoro, laddove il conflitto lasci spazio alla partecipazione come strumento necessario ed imprescindibile per il raggiungimento di quel bene comune tanto auspicato, nel solco della Dottrina sociale della Chiesa, anche da Papa Francesco, impegnandoci tutti ad assumere la correlativa parte di responsabilità.
Ebbene, il 20 aprile u.s. la Cisl ha depositato presso la Corte di Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare “La Partecipazione al Lavoro. Per una governance d’impresa partecipata dai lavoratori”che considera quattro modelli partecipativi, a seconda dell’obiettivo che si intende realizzare.
Essi sono: la partecipazione gestionale che riguarda la presenza dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione o nei consigli di sorveglianza; la partecipazione economio/finanziaria che regola la partecipazione ai profitti e ai risultati dell’impresa e l’accesso all’azionariato diffuso, disciplinando nuovi strumenti per la rappresentanza di dipendenti azionisti; la partecipazione organizzativa, che definisce e regola il coinvolgimento diretto dei lavoratori dipendenti nelle decisioni che riguardano le fasi produttive, l’organizzazione del lavoro, i processi di miglioramento e la produttività; la partecipazione consultiva che prevede la consultazione delle rappresentanze sindacali nelle imprese assegnando al confronto tra sindacato e impresa una funzione proattiva e non solo informativa.
La legge, che dovrà essere il Parlamento a promulgare, consentirebbe ai lavoratori di partecipare in maniera più attiva alla vita delle imprese e ciò produrrebbe effetti positivi in: aumento dei salari, più investimenti, un lavoro migliore e più stabile, più produttività, più competitività, più sostenibilità sociale, meno delocalizzazioni, luoghi di lavoro più sani e sicuri e coesione sociale.
Questo significa valorizzare un modello sindacale riformista e propositivo, che interpreta i cambiamenti del mercato del lavoro e le nuove esigenze poste dalle lavoratrici e dai lavoratori e che non chiede affatto – in coerenza con la tradizione Cisl – una legge che obblighi le imprese alla partecipazione bensì che offra un ventaglio di incentivi e meccanismi premiali, a quelle aziende che scelgono di inserire la partecipazione nei rispettivi processi.
Qualora l’Art.46 fosse stato già esigibile, probabilmente si sarebbero evitate tante esperienze negative in atto nei nostri territori, dalla siderurgia a Taranto ai settori dell’energia e della chimica a Brindisi.
Quanti piani industriali, infatti, sono stati ideati con la logica esclusiva della massimizzazione dei profitti, che hanno prodotto a seguire privatizzazione di utili e socializzazione di perdite; e alla fine hanno, anche, prodotto licenziamenti e delocalizzazioni, anche da parte di chi aveva usufruito di finanziamenti pubblici?
Laddove si sono praticati modelli partecipativi si sono registrati salari più alti, incrementi di produttività, maggiore sicurezza sul lavoro, più politiche di welfare aziendale, maggiore occupazione e, soprattutto, maggior protagonismo dei lavoratori.
I consigli di sorveglianza in Germania, che vedono la presenza della rappresentanza sindacale, costituiscono la migliore e più concreta testimonianza delle ragioni della proposta Cisl.
Tuttavia, anche in Italia si registrano esperienze virtuose, dove contrattazione, bilateralità, partecipazione costituiscono buone pratiche che decrementano la conflittualità e migliorano la qualità di vita e di lavoro dei dipendenti.
Esperienze emblematiche di tal genere, in atto presso le aziende Ducati, Luxottica, Lamborghini, Ferrari e in società a partecipazione pubblica come Enav, Enel, Terna, A2A, Edison, Autostrade, rafforzano la necessità di portare a compimento quel percorso pensato con lungimiranza nell’art.46, coinvolgendo tutto il mondo del lavoro, privato e pubblico
Peraltro, su tale proposta di legge, tante sono le manifestazioni di consenso che continuano a provenire dal mondo Scientifico, dell’Università, della Ricerca, delle Istituzioni, sensibili ad un approccio riformista ed innovativo delle reazioni industriali del nostro Paese.
Ebbene, nel quadro delle iniziative che contestualmente la Cisl confederale ha programmato nel Paese, la Cisl Taranto Brindisi, venerdì 13 ottobre c.m. in Piazza della Vittoria a Taranto e sabato 14 ottobre c.m., in Piazza della Vittoria a Brindisi, rispettivamente dalle ore 10.00 alle ore 13.00, con il proprio Gruppo dirigente illustrerà e si confronterà sui contenuti della proposta di Legge con cittadine e cittadini, ai quali chiederà di condividerli e di sottoscriverli.
di Gianfranco Solazzo – Segretario generale Cisl Taranto
11 ottobre 2023