CISL: un patto sociale per restituire evidenza  nazionale al sistema Taranto

Il nuovo anno a Taranto su vari versanti, economia, occupazione, lavoro, formazione, salute ambiente, welfare, ricerca, è caratterizzato da incertezze e vuoti da colmare perché ne siano risolte le criticità produttive, occupazionali e sociali.

E se di sonnambulismo ha parlato il Censis, definendo  l’attuale condizione di passività, rassegnazione, impotenza degli italiani, chissà cosa rivelerebbe una simile ricerca in quest’area dove a fronte di previsioni socio-economiche incerte solo poche realtà produttive, meglio attrezzate, avrebbero la chance di misurarsi con le sfide poste dalle molteplici transizioni in atto.

Dunque, in un quadro di instabilità geopolitica internazionale e, come ci ricorda Papa Francesco, di “terza guerra mondiale a pezzi” una comunità ionica che non volesse puntare nel 2024 su un sistema economico e produttivo rafforzato in un contesto pugliese e nazionale o, ancor peggio, percepisse se stessa come deprivata di una classe dirigente che operi non per esclusivi tornaconti personali o di partito, ogni possibile orizzonte di medio e lungo periodo si prefigurerebbe ancor più imperscrutabile.

La Cisl, perciò, vuol credere nel valore della resilienza e in una politica dal profilo anche etico che assicuri salute, servizi, igiene urbana, trasporti locali efficienti, studio, cultura, lavoro; e ben disposta a fare squadra, almeno come quella che un tempo rese Taranto realtà industriale tra le più importanti del Paese, pur con tutte le contraddizioni evocate nei decenni a seguire.

Insomma, è necessario recuperare lo spirito propositivo e costruttivo che consentì lo sviluppo del territorio grazie a sistemi produttivi strategici per il Paese, quali siderurgia, energia,  difesa, cantieristica, portualità, mitilicoltura, senza trascurare le direttrici culturali, paesaggistiche, turistiche, dell’agroalimentare, del vitivinicolo (ex Patti territoriali).

Senza quello sviluppo a moltissimi giovani sarebbe stata  preclusa la possibilità di beneficiare di processi di industrializzazione che agevolavano il cambiamento del loro stato sociale e davano vita ad una comunità emancipata economicamente.

Nel 2024 crescita, occupazione e sviluppo sostenibile dovranno concepirsi come missioni imperative ed è per questo che le opportunità di Pnrr, Pnc, Fondi Sie, Jtf, risorse Cis, andranno sfruttate interamente, per realizzare una transizione industriale, energetica, tecnologica in grado, grazie ad una governance condivisa, di incidere in misura straordinaria su questa nostra realtà.

Oltretutto, puntando su una rinnovata offerta sanitaria, sociosanitaria, abitativa, si riconsegnerebbe alle cittadine e cittadini un sistema regionale in grado, finalmente, di assicurare diritti costituzionali in tempi ragionevoli, tali cioè da non pregiudicare la qualità di vita delle persone, specie se fragili e di migliaia di famiglie.

Un significativo appello intendiamo rivolgerlo, frattanto, al Governo nazionale perché dia risposte  immediate  alla vertenza madre che attanaglia l’intero  sistema produttivo ionico, l’ex Ilva, così che l’incontro dell’8 gennaio p.v. si riveli risolutivo, pena la recrudescenza di una tensione a rischio di ingovernabilità sociale.

Contestualmente necessario sarà corroborare, ancora nei confronti dell’Esecutivo, la capacità di contrattazione politica, istituzionale, sociale per attualizzare le grandi opportunità costituite dal nostro mare, dalla strategicità di porto e retro porto, puntando su blu economy, agroindustria, enogastronomia e su tutto il sistema terziario.

Ad esempio, il DL energia 181/2023 prevede l’individuazione di due aree portuali del Mezzogiorno, con i relativi specchi d’acqua, destinate a infrastrutture di cantieristica navale, a fini di produzione, assemblaggio e varo di piattaforme galleggianti, per l’eolico offshore.

Bene: individuare Taranto come una delle due aree significherebbe dare anche una risposta all’ennesima emergenza occupazionale dei 330 lavoratori  ex TCT, in carico all’Agenzia del  lavoro portuale, la TPWA, i quali hanno ricevuto una proroga di ulteriori cinque mesi per mancato avviamento professionale, grazie al decreto mille proroghe.

A maggior ragione, auspichiamo che la Zes unica nazionale si riveli un deterrente contro burocrazia e lentezze amministrative che tormentano il Paese e soprattutto il nostro Mezzogiorno, velocizzando gli investimenti attesi.

Anche per questo la realtà ionica, in tutte le sue componenti, deve saper programmare e rivelarsi attrattiva di investimenti mirati alle peculiarità locali, atteso che la competizione tra territori, in termini di crescita e di sviluppo, ha ormai assunto caratteristiche ancor più complesse.

Si pensi, ad esempio, agli effetti del conflitto in Medio oriente sull’intera area del Mediterraneo e sui traffici commerciali fatti segno di attacchi bellici ormai quotidiani, come pure alle ricadute  sull’intero sistema portuale pugliese su cui servirebbe agire con maggiore interazione.

E poi su formazione, scuola, ricerca, occorre ricreare sintonia tra le necessità produttive del territorio, verificare la messa a terra di tutte risorse disponibili che il Pnrr ha reso disponibili in primis con la misura GOL per il percorso di inclusione sociale e porre fine all’emigrazione giovanile per studio e soprattutto per lavoro.

Specificamente sul versante della ricerca, lanciamo l’ennesimo appello per la realizzazione, a Taranto, del Tecnopolo del Mediterraneo per lo sviluppo sostenibile, perché tutti i processi ai quali si è fatto prima riferimento sarebbero agevolati ed accompagnati da tale struttura di eccellenza.

Una struttura, cioè, di ricerca, di studio, di competenze, di professionalità appropriate, in cui scienza e coscienza sarebbero a servizio dell’intero  Mezzogiorno.

Esistono, pertanto, molteplici ragioni per guardare al nuovo anno di Taranto con la fiducia di chi, come la Cisl, non vuol arrendersi alla presunta ineluttabilità di destini produttivi e di sviluppo decisi altrove.

Un Patto sociale diviene oggi più che mai necessario per incoraggiare la partecipazione evocata dal Presidente Sergio Mattarella come “diritto alla costruzione del futuro” esercitando il quale tutte le componenti del territorio renderanno esplicita ed esigibile la loro corresponsabilità verso i destini civili, sociali ed economici della comunità ionica.

 Taranto, 2 gennaio 2024

di Gianfranco Solazzo – Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi

 

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