CISL: MODELLI EDUCATIVI VIRTUOSI E POLITICHE ATTIVE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

“Visioni di genere”: è stato i fil rouge dell’ iniziativa da noi realizzata a Taranto presso il teatro Tarentum, con il prezioso apporto del nostro Coordinamento Donne e politiche di genere, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e scandita in tre panel “Lavoro e Responsabilità”, “Donne e Parità”, “Proiezioni di Futuro”. Abbiamo fatto il punto, grazie ad interventi qualificati, su tematiche di notevole complessità, come sono la violenza di genere e la conciliazione dei tempi di vita-lavoro, in un quadro di transizioni epocali che richiedono nuovi modelli culturali, nuove produzioni legislative, nuovi dispositivi contrattuali e, dunque, rinnovati atteggiamenti della politica, delle istituzioni, dei corpi sociali, del sistema scolastico, delle rappresentanze associative, non ultimo del sistema della comunicazione, sia pubblica che privata.
E’ stata sottolineata da tutti l’importanza vitale che si parli di questo con le nuove generazioni e di coinvolgerle a partire dal ciclo di studi primario; perché è vero che saranno loro la classe dirigente di domani ma, intanto, sono oggi il terreno fertile dove radicare il seme buono di una rinnovata convivenza civile e sociale e la consapevolezza che il cambiamento non sia un processo di massa ma è innanzitutto individuale.
Ammirevole la foltissima rappresentanza di ragazze e ragazzi, degli Istituti scolastici,
Liceo delle Scienze Umane Vittorino da Feltre di Taranto, Don Milani Pertini Morante di
Grottaglie Crispiano, IISS Righi di Taranto, ITTA Pacinotti di Taranto, Liceo Artistico
Calò di Grottaglie, che hanno seguito con attenzione tutti gli interventi; ed anzi proprio
loro li hanno ulteriormente animati con domande ai relatori, tutte particolarmente incisive ed appropriate.
A loro il ringraziamento di tutta la Cisl Taranto Brindisi!
L’avvenuta approvazione unanime alla Camera della legge sul femminicidio, forse non casualmente nella giornata del 25 novembre rafforzerà certamente la tutela della vita e della dignità delle donne contro ogni forma di violenza, di controllo, di sopraffazione psicologica, economica, sessuale, sociale.bLa stessa, però, si rivelerà esigibile quanto più si punterà sulla prevenzione, sull’educazione anche sessuale nelle scuole, sul sostegno alle vittime e, in ultima analisi, su un cambio culturale che dovrà permeare l’intera società, magari passando da una concezione di parità ad una di complementarietà tra uomo e donna. Lavorare sulla prevenzione significherà, allora, non dover operare sempre in emergenza, particolarmente nella famiglia e nelle relazioni genitori-figli, poiché sarà ineluttabile che in età adulta tali relazioni, se non sono frutto di una maturazione genitoriale compiuta, incideranno o come modelli educativi virtuosi o come rapporti tossici. Modelli che, pertanto. favoriranno o impediranno la piena maturazione dei figli, quanto ad empatia, rispetto per l’altro sesso, piena coscienza della parità di genere e dei rispettivi diritti e doveri; soprattutto scongiureranno o meno che il ruolo della famiglia venga soppiantato dall’uso smodato dei social.

Per i rappresentanti istituzionali presenti, non basteranno solo le leggi a promuovere questi cambiamenti culturali, né il moltiplicarsi di centri antiviolenza o di sportelli di ascolto, benché oltremodo prezioso è il lavoro che gli Enti locali già svolgono al pari di quello delle Forze dell’Ordine e dei programmi ministeriali che consentono di realizzare formazione dedicata nelle scuole. Non hanno avuto dubbi, però, sul fatto che vada recuperato il valore della convivenza
civile, rifiutato il ricorso alla violenza da bulli come affermazione di sé che si manifesta con aggressioni verbali, fisiche e psicologiche reiterate, alimentata la consapevolezza delle ragazze a parlare e a denunciare se sono vittime di violenza, strutturati interventi sulle
famiglie problematiche. Molti hanno, poi, affrontato il tema delle violenze psicologiche, economiche, sessuali, sociali contro le donne, sottolineando tra l’altro che l’autonomia economica è condizione irrinunciabile, che pone all’organizzazione sociale urgenze di welfare ormai ineludibili, così che non si imponga loro di dovere scegliere tra cura familiare, diritto alla maternità e lavoro. Necessità da tutti condivisa è che questi argomenti non vengano affrontati solo il 25 novembre o l’8 marzo ma che se ne parli sempre, alimentando l’idea che ciascuno, uomo o donna che sia, debba diventare modello di vita per gli altri. La “legge sulla partecipazione” (L. n. 76 del 2025) che attua l’articolo 46 della Costituzione, fortemente voluta dalla Cisl, consente oggi ampi spazi di contrattazione e di opportunità per favorire la conciliazione dei tempi di vita-lavoro, attraverso l’apporto concreto delle lavoratrici e dei lavoratori nelle aziende. Come Cisl Taranto Brindisi anche su questo intendiamo misurarci, per contribuire ad eliminare le tantissime discriminazioni del lavoro femminile spesso dovuto all’organizzazione aziendale e ancora più spesso degenerate nel cosiddetto gender pay gap, ovvero nelle differenze di retribuzione uomo-donna a parità di condizioni lavorative.

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