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Emergenza abitativa: attivare gli interventi a sostegno dei coniugi separati o divorziati con disagio economico

Massimo Caliandro

La Giunta regionale pugliese ha recentemente deliberato interventi a sostegno dei coniugi separati o divorziati che versano in particolari condizioni di disagio economico, distribuendo ai Comuni capoluogo di provincia la somma di 200 mila euro; in particolare per Taranto 17.619,74 euro (per complessivi 54.239,58 euro) e per Brindisi 7.078,87 euro (per complessivi 19.863,21 euro).

Si tratta, infatti, di cifre aggiuntive a quelle già precedentemente assegnate agli stessi Enti locali, per le medesime finalità.

“I Comuni dovranno immediatamente utilizzare le suddette risorse finanziarie – spiega Massimo Caliandro, segretario reggente Sicet Cisl Taranto Brindisi –  per l’adeguamento e la gestione di immobili di proprietà pubblica da destinare a residenza e accoglienza dei genitori separati o divorziati in possesso dei requisiti di legge, prevedendo spazi adeguati per la socializzazione od interazione con i propri figli e, inoltre, finalizzarli al sostegno economico, in relazione al pagamento del canone di locazione.”

I Comuni di Taranto e di Brindisi, pertanto. una volta individuati gli immobili dovranno tempestivamente inviare alla Sezione regionale politiche abitative un’apposita richiesta di finanziamento, allegando una documentazione tecnica che attesti i lavori necessari e il relativo quadro economico.

Contestualmente, dovranno emanare un avviso pubblico a sportello per l’accertamento dei soggetti aventi diritto alla locazione di un alloggio di proprietà pubblica a canone concordato, così scongiurando la beffa che, pur a fronte di una situazione di bisogno, le risorse economiche stanziate rimangano passive e tornino nella disponibilità regionale.

 “Tra i requisiti richiesti – aggiunge Caliandro –  quello che genitori separati o divorziati siano residenti in Puglia da almeno cinque anni, che la loro disponibilità reddituale risulti inferiore o pari al doppio dell’importo stabilito per l’assegno sociale minimo e che ci sia la presenza di figli minori o non autosufficienti.”

case popolariPiù in generale, in un quadro di un’emergenza sociale aggravata nel Paese, in special modo nel Mezzogiorno, dalla pandemia da Covid19 e dalla recessione economica “le risorse stanziate dal Governo per il sostegno agli affitti sono ancora insufficienti” mentre si aggrava il deficit strutturale di alloggi sociali che porta l’Italia ad essere  fanalino di coda tra i paesi europei più avanzati.

Sono oltre 600 mila le richieste di alloggio pubblico in Italia – chiosa Paolo Cicerone, segretario generale Sicet Cisl Pugliaed oltre 35 mila nella nostra Regione a fronte di 18 mila alloggi sfitti che risultano inaccessibili a persone o famiglie il cui reddito è insufficiente a fare fronte al canone di locazione.”

 Stante tale crescente domanda di alloggi a basso costo, per Nino Falotico, segretario nazionale Sicet Cisl  “occorre che il Governo risponda con un nuovo piano casa per uscire dalle secche di un contesto sociale in cui aumenta il ricorso all’affitto, specie nelle grandi città. da parte delle giovani coppie con lavori precari, con tutte le prevedibili ricadute negative sociali ed economiche che la stessa precarietà determina.”

 

                                                                               UFFICIO STAMPA

3 settembre 2020