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ENI ed ENEL mettano fine agli annunci e proseguano il confronto con il sindacato ed il territorio

Gianfranco Solazzo

Da tempo sottolineiamo come una vera ed efficace transizione digitale, energetica ed ecologica debba vedere compartecipi le Istituzioni a tutti i livelli e le Parti sociali, nel confronto costruttivo, corresponsabile e nelle conseguenti azioni mirate al bene comune.

In assenza di tale unità di intenti  è facilmente prevedibile il verificarsi di non pochi problemi occupazionali e di coesione sociale, specie in un territorio come quello di Brindisi in cui i più grossi players dell’energia si trovano al centro di importanti processi di ristrutturazioni produttive ed organizzative .

E considerando che alcuni di essi, come Eni ed Enel, sono partecipate dallo Stato è fortemente presumibile, come più volte richiesto, che debbano assumere protagonismi funzionali allo sviluppo sostenibile ed ai risvolti occupazionali.

Ciò è ancor più atteso per le ricadute  derivanti dal conseguimento degli obiettivi del Piano Energia e Clima (Pniec), ovvero dal processo di decarbonizzazione e dalle prime due  missioni del PNRR che sono la digitalizzazione e la rivoluzione verde.

Come Cisl abbiamo più volte fatto appello a quella responsabilità sociale d’impresa che, spesso, nel nostro Paese, viene proclamata ma poco praticata.

E’ nostra opinione, infatti, che si evidenzierebbe come più incentrata su interessi di carattere finanziario anziché industriale la notizia, se fondata, della vendita del 40% di Enipower.

Sul punto non possiamo esimerci dal censurare, principalmente, il metodo adoperato per diffondere, senza averla prima condivisa, una scelta aziendale  che coinvolge una realtà strategica per il sistema elettrico nazionale e soprattutto per la stabilità della rete elettrica del Petrolchimico di Brindisi.

Finora, l’informativa preventiva, la contrattazione e il confronto costruttivo, sono stati i cardini di un sistema di relazioni industriali di alto profilo risultato vincente per  le realtà aziendali in questione e per le risorse umane in esse impegnate, così come evidenziato dalle Federazioni sindacali di settore, tra le quali la nostra Femca Cisl.

Le stesse realtà, che costituiscono driver strategici di sviluppo del nostro Paese, rappresentando la parte più significativa del sistema produttivo dell’intero territorio non possono deludere tale storia di relazioni, per le quali il sindacato non si è mai sottratto al confronto.

A maggior ragione, tutto questo, in una fase storica in cui la transizione energetica necessiterà di maggior partecipazione e condivisione, a meno che non si intenda gestire il cambiamento in assenza dei protagonisti dello stesso, ovvero i lavoratori.

Il premier Draghi all’assemblea nazionale di Confindustria ha avanzato alle Parti sociali, imprese e sindacato, la proposta di un Patto per l’Italia, invitando a “cooperare insieme” di fronte alle grandi sfide che, appunto, chiamano in causa lavoro e impresa.

Una strategia che abbiamo voluto anticipare con la Piattaforma territoriale denominata “Metodo Brindisi”, assumendo la partecipazione come principio cardine per condividere nel rigoroso rispetto dei ruoli, percorsi mirati esclusivamente allo sviluppo ed alla buona occupazione.

E’ anche per tali ragioni che sollecitiamo tutte le Parti in causa a proseguire lungo  questo percorso di partecipazione e di condivisione, sempre, in special modo quando informazioni legate a modifiche importanti possono ingenerare preoccupazioni, per chi lavora all’interno della fabbrica e per chi la vive dall’esterno.

Auspichiamo, al contempo, che anche da parte delle Istituzioni nazionali e regionali si faccia chiarezza in merito ai destini industriali di questa nostra area, atteso che le incertezze che attanagliano la comunità derivano proprio da una mancanza di certezze in merito alla politica energetica da realizzare – e non solo predicare – nel Paese ed in particolar modo a Brindisi che è fortemente in credito di sviluppo, investimenti, occupazione e di speranza per le nuove generazioni.

Anche al player Enel chiediamo chiarezza sui piani industriali che interessano il territorio e che dovranno dimostrare attenzione verso il personale diretto e indiretto; piani che siano mirati ad uno sviluppo sostenibile che metta insieme sostenibilità ambientale  e sociale, dal momento che gli stessi appaiono opachi ad esempio sugli investimenti da destinare nella Zona Franca Doganale (ZFD) con la più volte annunciata “Enel Logistics” della quale, sostanzialmente, ignoriamo i contenuti.

Non è più questo il tempo dei semplici annunci ma è il momento di realizzare e rendere esigibili accordi e protocolli, per lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro aggiuntivi e non sostitutivi.

La Cisl territoriale, insieme alle proprie Federazioni di categoria, proseguirà la battaglia vertenziale per lo sviluppo sostenibile e la buona occupazione, ponendo in essere tutte le iniziative democraticamente consentite per scongiurare qualsivoglia operazione che metta a repentaglio tali obiettivi.

di Gianfranco Solazzo – Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi

Brindisi, 27 settembre 2021